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Giovedì, 06 Aprile 2023 12:50

ISTITUZIONE DELL'EUCARISTIA - "Nell'Eucaristia Cristo si fa amore"

Stupefatto il re Salomone si domandava come potesse un Dio d'infinita maestà abitare in un tempio costruito da mano d'uomo. Molto più grande sarebbe stato il suo stupore se avesse saputo che Dio avrebbe preso dimora nel cuore degli uomini anche poco innamorati di Lui.
Don Eustachio, anch’egli stupefatto, invita i fedeli a considerare quanto grande sia l’amore di Dio per le sue creature da velarsi sotto la specie del pane e del vino. L' istituzione della santa Eucaristia segna “l’ultimo confine della sua carità" e della sua potenza. In essa mentre pare che Egli si annulli svela le sue divine perfezioni: "la Sapienza, pel modo con cui si comunica alle anime; la Provvidenza, con cui Egli soccorre ai nostri bisogni". Sotto le sacre specie Cristo "si fa amore" e "attira a sé le anime".

 

I.M.I.

Salomone dopo aver fabbricato colla fatica di tanti anni e col dispendio di tanti tesori quel suo famoso tempio, innanzi che fu un miracolo dell'arte ed una meraviglia dell'universo, non sapeva persuadersi che Iddio volesse degnarsi di abitarvi dentro ed egli enfaticamente esclama: Ergone possibile est quod Deus habitet cum hominibus? [2Cr 6,18]. O gran re, qual meraviglia fareste se adesso vedessi che lo stesso Dio si degna albergare insieme con gli uomini, albergare dentro di essi, nei loro petti? Qual più grande meraviglia, o gran re, sarebbe la tua, se sapessi che non ostante che un Dio a cui tu preparavi sì sontuoso tempio, un Dio di cui tu temevi profferire il nome, un Dio cui tu ti prostravi bocconi a terra, quando il nome era profferito dal Sommo Sacerdote nell'interno del tempio, proprio questo Dio dovea esinanirsi da scendere fino alle creature? Che dico, da albergare entro tali creature! Che dico, talvolta entro creature poco di Lui innamorate, talvolta entro bassi peccatori, talvolta entro scellerati traditori! Eppure la è così! Fedeli carissimi, la è così.

L'amore di Dio verso di noi ha straripato, ha rotto ogni diga, sormontato ogni ostacolo; il Re dei Re, che in trono siede di maestà infinita, cui gli Angeli prostrati adorano, cui i Serafini si fan scherno con le loro ali non potendo reggere, alla sua vista, il Re dei re impazzisce per le sue creature e fa esclamare a S. Lorenzo Giustiniani: vidimus sapientiam amoris nimietate infatuatam. Abbiamo visto la Sapienza impazzita di amore.

Ed Egli, a simiglianza del re sempre ammirabile per la sua grandezza, ben degno di meravigliare altresì quando si ecclissa, Egli, il Re dei Cieli, ama ecclissarsi in certo qual modo nella Santissima Eucaristia, ama nascondersi sotto il velo delle Sacre Specie. Oh, che gran meraviglia è mai questa! È un Dio che mette l'ultimo confine alla Sua carità verso l’uomo e, mentre pare che Egli si annulli sotto i Sacri azzimi, allora appunto maggiormente svela tutte le sue Divine perfezioni. Egli svela così la sua Onnipotenza di guisa che l’Angelico, cercando perché mai il Mistero Eucaristico non sia inserito nel Simbolo della fede, vi risponde che è ben compreso in quelle parole Deum Omnipotentem. Oh, la bella risposta che mai creatura Cattollica dette ad un Evangelico che non poteva, a suo modo, comprendere come potesse Iddio nascondersi sotto le Sacre Specie! "Recitate — ella disse – recitate il credo". E quando giunse a Dio – Dio Onnipotente – “oh! non vedete — disse la cara creatura –, non vedete che Dio Onnipotente è tale perché tutto può?”.

[Il Signore] svela sotto quei veli la sua infinita Sapienza pel modo ammirabile con cui si comunica all’uomo. Svela la Provvidenza con cui Egli soccorre ai nostri bisogni. Sotto i veli, sì, sotto le Sacre Specie si vela; Egli si fa amore. Dippiù Egli spinge i nostri animi alla fede e all' amore. Egli a sé ci attira con potentissimo influsso e l'anima resta presa, vinta, soggiogata, ed esclama irraggiata dal Divino amore: Signore io ti credo, Signore io in te spero, Signore io innanzi a te mi pento delle mie colpe, Signore io ti amo!

Ti amo, Signore mio, ripeterò io questa sera, ultimo degli ultimi servi tuoi! Tu m’irraggiasti di tua vivida luce; Tu mi accendesti di tuo potente amore. Io restai vinto, soggiogato e pronunziai, come ora pronunzio, la parola; Signore ti amo!

Queste parole pronunziano queste anime fedeli ai tuoi piedi raccolte per adorarti. Essi, a coro unanime, dal profondo dei loro cuori proferiscono il dolce verbo: Ti amiamo, Signore, ti amiamo!

Ed ora, Divino amore, permetti a me, ultimo degli ultimi servi tuoi, di scoprire un piccolo lembo di tua bellezza arcana, di apprendere il gran Mistero da te compiuto nel nasconderti sotto quelle Sacre Specie per rivelarti poi in segreto alle nostre anime, per eccitare nei nostri cuori immensi palpiti di amore. Permetti dunque, Signore, che proprio di Te, nascosto sotto le Sacre Specie, io parli questa sera. Ah, che innanzi a parlare a poi di Mistero sì grande, siatemi, Signore, largo di vostri lumi, di vostre grazie, di vostre ispirazioni. E Voi, fedeli tutti in Gesù Cristo, voi anime innamorate del Sacramento, siatemi cortesi e benevoli in prestarmi ascolto.

 

P. Eustachio Montemurro

(Predicazione della Parola di Dio)

 

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