Dio nel suo immenso amore parla a me, a noi, come ad amici e si intrattiene con me per invitarmi ed ammettermi alla comunione con sé (cfr. CCC 142). La risposta libera è sostenuta dal proprio Dio che non mi lascia solo, mi viene d’incontro con la fede che mi porta alla realizzazione di me stessa, mi allontana del rifiuto del suo dono e accresce in me la consapevolezza che Dio ha un progetto per me e che il peccato non si interessa di questo progetto, vuole il mio fallimento. La mia risposta è decisiva per la mia vita, o mi accontento dalle cose create o cerco il suo Creatore, il vero Bene.
Con la sua chiamata interiore Dio suscita la nostra libertà e si offre come meta alla nostra ricerca che ha come obiettivo finale l’incontro con Lui per sempre. Dio non ci lascia soli in questa ricerca, ci viene incontro pubblicamente nella storia, inviando il suo Figlio Gesù Cristo che ci rivela la via della salvezza, percorrendo tutta la nostra vita, dalla nascita alla morte, anzi superando la morte e vincendo il peccato con la risurrezione. “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo…” (Efesini 1,3-5). L’iniziativa dell’amore di Dio ci interpella: accettare il suo dono con la fede che opera per mezzo della carità.